Tremate, tremate, le streghe son tornate! Dalle vecchiette della tradizione alla Wicca, andiamo alla scoperta di una figura complessa e affascinante
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“Ora è nella notte il momento delle Streghe, quando i cimiteri sbadigliano e l’inferno stesso alita il contagio su questo mondo”
William Shakespeare
Chi è la Strega?
Probabilmente siamo arrivati alla figura più complessa e difficile da trattare di tutto il nostro viaggio, e questo per vari aspetti; sia perché è complicato darne una definizione univoca, sia soprattutto perché è una di quelle creature fantastiche, di cui parleremo, che è esistita ed esiste tuttora nella realtà.
Prima che pensiate che sto sostenendo delle colossali baggianate, lasciate che vi spieghi la mia bizzarra affermazione.
Dunque, andiamo con ordine. La Strega nell’immaginario collettivo è una vecchietta o a volte una giovane di bell’aspetto, con i capelli rossi, un neo o una macchia – chiamata “stigma diaboli” – insensibile al dolore, che ha con sé un famiglio: un animaletto domestico, solitamente un gatto nero, un rospo, un pipistrello, un topo, un gufo o una civetta (pensiamo ad Harry Potter, ma anche a Gargamella con la gatta Birba o ad Amelia con il suo Gennarino!)
Il termine Strega deriverebbe dal latino “striga”, versione popolare di “strix”, che indicava la Strige: nelle leggende dell’antica Roma, era un uccello notturno di cattivo auspicio che si nutriva di sangue e carne umana, come oggi addebitato al vampiro; a differenza di quest’ultimo, però, non era ritenuta un cadavere rianimato, ma il prodotto di una metamorfosi. La parola “strix” era tratta dalla lingua greca dove significava “gufo”; στρίξ infatti, con il tema τρίζω, indicava il verbo “stridere”.
Nel Medioevo nascono la maggior parte delle nostre attuali credenze sulle Streghe. Si pensava che Streghe si poteva nascere o ci si poteva diventare. La Strega è infatti una donna qualsiasi che però ha la capacità di soggiogare gli elementi della natura, lo spirito delle persone, è abile nel produrre pozioni, fare rituali e predire il futuro in vari modi – negromanzia, aruspicina, augurio, chiromanzia ecc. – per fare del male o del bene.
“Streghe di natura” erano ritenute le figlie e le nipoti di Streghe, le donne nate durante la notte di Natale e di Ognissanti e le bambine venute al mondo dopo sei sorelle; a patto che anche la loro madre fosse una settima figlia.
Le donne che diventavano Streghe, invece, erano in realtà di due tipi (anche se per l’inquisizione non faceva molta differenza): quelle che erano fedeli a culti politeisti di origini pagane, che affondavano le loro radici nel periodo precristiano e quelle i cui poteri occulti sarebbero derivati da un patto con il diavolo.
Ma la figura della Strega risale a ben prima del Medioevo. La fonte più antica sulla Stregoneria è il Codice di Hammurabi, siamo quindi nel II millennio a.C.. In questo codice la magia in sé non è condannata, ma sono puniti gli Stregoni per i danni che con le loro pratiche arrecano.
Nella Bibbia, invece, sebbene il termine “Stregoneria” sia usato una sola volta – in Galati 5 – tuttavia ci sono non pochi brani che parlano di questa attività. Sono usate parole come sortilegio, negromante e negromanzia, divinazione, magia, indovini, fattucchieri.
Si parla di interrogare i morti e consultare gli spiriti. Per la Bibbia le Stregonerie sono “opere della carne“, come l’idolatria e la fornicazione. Per chi pratica questi riti è riservata la morte e, dopo, le fiamme dell’inferno.
Ad esempio: “Non lascerai vivere colei che pratica la magia”(Esodo 22, 18),“Se uomo o donna, in mezzo a voi, eserciteranno la negromanzia o la divinazione, dovranno essere messi a morte; saranno lapidati e il loro sangue ricadrà su di essi”(Levitico 20, 27), “Non si trovi in mezzo a te chi immola, facendoli passare per il fuoco, il suo figlio o la sua figlia, né chi esercita la divinazione o il sortilegio o l’augurio o la magia; né chi faccia incantesimi, né chi consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interroghi i morti”(Deuteronomio 18, 10-11).
Come anche celebri sono rimaste le Streghe della Tessaglia – come narrato nell’Asino d’oro di Lucio Apuleio – ma esempi perfetti di Strega presso i Greci sono anche le famose Circe e Medea.
Nell’antica Roma nelle XII tavole – un corpo di leggi compilato nel 451-450 a.C., una tra le prime codificazioni scritte del diritto romano – come nel Codice di Hammurabi, non era la magia ad essere condannata, ma coloro che facevano sortilegi ai danni di qualcuno.
In tempi posteriori, le pratiche magiche furono ripetutamente condannate dagli imperatori romani, i quali però spesso vi ricorsero. La distinzione tra la magia benefica, permessa, e quella malefica, punita con la morte, è esplicita in un decreto dell’Imperatore Costanzo del 321 d.C.. Però, anche il mago benefico era potenzialmente uno Stregone, e quindi si finì col punire tanto l’una quanto l’altra forma di magia. Sembra tuttavia che si continuasse ad aver di mira più il risultato delittuoso dell’incantesimo che non l’adoperare mezzi magici, e che le pratiche di Stregoneria restassero impunite se non sortivano effetto nocivo.
La Chiesa primitiva naturalmente condannò naturalmente la Stregoneria, seguendo l’esempio della Bibbia, e identificò gli spiriti che si riteneva aiutassero gli Stregoni a compiere i loro prodigi con le divinità pagane.
Sino a tutto il secolo XI si fa distinzione tra “maleficae” e “malefici”, che usano sortilegi, filtri, immagini di cera, scatenano le tempeste, danneggiano il prossimo con il malocchio, causano l’impotenza, e “strigae” che volano per l’aria, uccidono i bambini per cibarsene, e possono assumere le forme più diverse.
E, l’idea, che si trova anche in S. Agostino, che i sortilegi fossero dovuti alla potenza del diavolo, si faceva sempre più strada; mentre, d’altro canto, la convinzione dell’esistenza delle strigae si andava affermando sempre più. Nel XII secolo, anzi, si trova già diffusa la credenza del “Sabba” delle Streghe (tregenda).
Le Streghe non solo volano di notte, portate da oggetti e animali – specialmente scope e caproni, in virtù di speciali unguenti – ma in dati giorni si riuniscono in determinati luoghi – come il noce di Benevento in Italia – in generale, luoghi dove anticamente si celebravano culti pagani, a danzare, a partecipare a orge coi diavoli e ad adorare Satana. Era il momento in cui sorgeva l’Inquisizione; la bolla Vox in Rama di Gregorio IX, con le prime tracce di questa nuova concezione dell’attività delle Streghe, è del 1233.
Nel 1250 l’Inquisitore Stefano di Borbone descrive per primo il sabba. Nel 1258 si ha il primo processo per Stregoneria; nel 1275 l’inquisitore Ugo de Banyol condanna a Tolosa la prima Strega al rogo. San Tommaso d’Aquino ammise la possibilità di rapporti sessuali tra esseri umani ed esseri diabolici, incubi e succubi; gli scolastici svilupparono e sistematizzarono la teoria del patto col diavolo, che dava alle Streghe il potere soprannaturale di cui disponevano. Intanto, l’avversione ascetica contro le donne, aveva diretto principalmente contro di esse l’accusa di farsi strumento dell’inferno.
Era così aperta la cosiddetta “Caccia alle Streghe”, svoltasi per lo più tra il XIII secolo e il XVII.
Un considerevole contributo alla costruzione della figura della Strega lo ha dato, sicuramente, il ruolo che la donna rivestiva nel Medioevo. Per gli uomini di Chiesa la donna si identificava con Eva, la peccatrice, la tentatrice seguace del Serpente; e poteva portare l’uomo sulla via della perdizione. Inoltre, per la società era sostanzialmente una creatura inferiore, sottomessa prima al padre poi al marito.
Ma chi erano veramente le Streghe condannate al rogo?
Le donne accusate di Stregoneria erano quasi tutte delle “vecchiette”. L’età media era decisamente over-cinquanta (in un’epoca in cui cinquant’anni era un’età veneranda). Certo, poteva capitare che finissero sotto processo anche giovani donne belle e piacenti – come la protagonista de “La Chimera di Vassalli” – ma si trattava di eccezioni. La maggior parte delle Streghe erano “vecchie, zoppe, mezze cieche, pallide, sudice, e piene di rughe” (citando l’impietosa descrizione che Sir Reginald Scot ne faceva nel 1584 nel suo The Discoverie of Witchcraft).
In realtà queste donne erano, per la maggior parte, solo capri espiatori su cui si concentrava e sfogava la superstizione popolare; a loro ci si affidava per guarire persone e animali nella comunità in cui vivevano o per praticare aborti o chiedere consigli sui metodi contraccettivi.
Poiché la medicina non dava risposte ai tanti mali che colpivano la gente, si ricorreva all’intervento delle “Streghe”.
A questo si univa il fatto che i medici erano molto costosi e solo chi aveva molto denaro poteva permettersi una visita a domicilio. Questa, comunque, riusciva ben poco a salvare i malati, visto che spesso il medico si limitava a fare un’analisi sommaria dell’aspetto del paziente a cui si univa un rudimentale esame delle urine, raccolte in un contenitore a forma di vescica, la matula, che consentiva al dottore l’analisi del colore e l’assaggio con la punta delle dita. Non vi erano veri e propri medicinali; si trattava più che altro di pozioni medicamentose, ricavate da erbe. La maggior parte della gente non poteva permettersi di chiamare un medico e quindi ricorreva a queste donne guaritrici.
Se riuscivano a guarire erano santificate se fallivano erano considerate spiriti malvagi.
Nella realtà, quelle che venivano comunemente considerate Streghe erano spesso donne anziane, malviste per diversi motivi, future mogli rifiutate dai loro mariti, donne non più vergini, donne malate di mente, le guaritrici – che magari non riuscivano a curare una malattia – le levatrici – che accoglievano al mondo neonati nati morti – le “puericultrici”, che assistevano le neo-mamme, e le vedevano morire da un giorno all’altro, apparentemente senza causa alcuna. Tutto questo e molto altro generava il sospetto di Stregoneria.
Ma anche se raramente vengono menzionate, la caccia alle Streghe aveva le sue “quote celesti”. Intendiamoci, la percentuale di donne accusate di Stregoneria è decisamente molto alta in varie aree d’Europa. In diversi Stati, il 70-80% degli imputati era composto da donne.
Eppure, questo dato vale solo per certe aree d’Europa; in altre zone, i dati si ribaltano.
Soprattutto nei paesi dell’estremo Nord, la percentuale di donne accusate di Stregoneria è sorprendente bassa: in Russia, il 78% degli imputati era composto da maschi; in Islanda, la percentuale di maschi sospettati di Stregoneria sale fino ad un incredibile 92%. In Finlandia, vigeva la parità dei sessi anche in materia Stregonesca: il 51% degli accusati apparteneva al “gentil sesso”, e il 49% era composto da maschi. Ma, ad esempio, le donne se la passavano abbastanza bene anche nella più vicina Normandia: anche lì, solo il 27% delle accuse era rivolto ad esponenti del “sesso debole”.
Come mai questa sorprendente preminenza di accusati maschi?
Beh… in queste regioni del nord – che per certi versi restavano attaccate a residui di paganesimo di stampo druidico anche nella piena età moderna – la figura dello “Stregone del villaggio” – un po’ guaritore e un po’ sciamano – era ancora molto radicata (si pensi a mago Merlino del ciclo arturiano o a Panoramix, il druido del villaggio di Asterix e Obelix). E, per tradizione e per cultura, lo Stregone nordico era maschio.
Inoltre, a qualunque latitudine, erano quasi sempre maschi gli individui accusati di aver praticato magia nera a scopi politici (ad esempio, per causare la morte del neonato erede al trono, per provocare la sterilità della regina, per lanciare un maleficio sul re, e così via dicendo). Chi mai si sarebbe affidato a una donna, per portare a termine tali importanti giochi di potere?
Ma l’accusa di Stregoneria fu del resto un comodo strumento nelle mani dei potenti per liberarsi degli avversari: così, già nel 1307 Filippo il Bello rivolgeva ai Templari tale accusa insieme a molte altre per appropriarsi dei tesori del potentissimo e ricchissimo ordine. Destino che toccò anche alla scomodissima Giovanna d’Arco, condannata al rogo nel 1431.
Ma il libro che può essere considerato il vero “manuale dell’Inquisizione” per la caccia alle Streghe è il “Malleus maleficarum“ del 1489 di Enrico Institoris e Giacomo Sprenger, i quali nel 1484 avevano ricevuto poteri speciali per combattere la Stregoneria da Innocenzo VIII con la bolla Summis desiderantes affectibus.
Il “Malleus maleficarum“ raccoglieva ed esponeva organicamente tutto quanto si era detto sulla Stregoneria: dopo avere dimostrato l’esistenza delle Streghe e dei loro poteri, i due autori descrivono minutamente come le Streghe procedano e come si comportino nelle loro assemblee, presiedute dal diavolo in persona, in figura di caprone e, infine danno le norme procedurali; gran parte, com’è naturale, data l’epoca, ha in queste l’applicazione della tortura.
Ma ormai questi sono tempi passati, siamo nel XXI secolo per Giove!
Chi ci crede più alle Streghe e a questa marea di superstizioni?!
(Risatina satanica)
Avete mai sentito parlare della Wicca…?
“Wicca” è un termine tratto dall’inglese antico, nel quale wicca (al maschile) e wicce (al femminile) sono traducibili rispettivamente con Stregone e Strega, ovvero, praticanti della Stregoneria intesa come definizione collettiva di una serie di culti misterici ed esoterici, che si presume fossero segretamente diffusi nel Medioevo.
Infatti la Wicca è una vera e propria religione neopagana abbastanza diffusa soprattutto nei paesi anglosassoni. Celebra il culto della natura e venera la divinità immanente nel mondo incarnata nei principi di maschile e femminile. La Wicca fu resa pubblica per la prima volta nel 1954 negli scritti di Gerald Brosseau Gardner, un ex funzionario pubblico britannico, esperto di esoterismo, che affermava di essere stato iniziato nella New Forest Coven, una congrega appartenente a un’antica tradizione misterica – definita come “l’antica religione” – che aveva perpetuato i culti esoterici medievali, perseguitati come Stregoneria dalle autorità politiche e religiose; culti che, a loro volta, erano imperniati sulle religioni pagane dell’antica Europa.
La veridicità delle esperienze di Gardner rimane controversa. Ma dati risalenti al 1996 contavano circa 800.000 membri della Wicca nel mondo. Vi rendete conto? 800.000 sedicenti Streghe e Stregoni a piede libero nel XX secolo!
Decisamente la figura della Strega esercita e concerne tutt’ora un fascino misterioso. Ma come abbiamo potuto vedere, nel corso dei secoli e dei millenni, colei – o colui – che ha il potere di fare incantesimi, magie e sortilegi non esiste.
Ma se per Strega o Stregone intendiamo coloro che si rifanno a tradizioni folkloriche, superstizioni e religioni passate per tentare di fare del male o del bene; anche se nel XXI secolo, allora possiamo affermare che sì, le Streghe sono tra noi.
E voi, la volete una bella bambolina wodoo per iniziare…?