La storia di Monteleone Sabino in tavola con la Sagra delle fettuccine alla trebulana
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La storia di Monteleone Sabino in tavola con la Sagra delle fettuccine alla trebulana
L’antica città di Trebula Mutuesca torna a rivivere in tavola. I primi venti anni di vita vanno festeggiati a dovere, e così la Sagra delle fettuccine alla trebulana di Monteleone Sabino si annuncia ancora più straordinaria del solito: l’appuntamento è fissato per il 5 e 6 agosto nel grazioso borgo in provincia di Rieti, dove sarà servito questo particolare primo piatto così chiamato in onore di Trebula Mutuesca, la città sabino-romana che visse il suo periodo più fiorente nel I° Secolo a.C. Diffidate, però, dalle apparenze: non parliamo di un’amatriciana – anche se la pancetta potrebbe in qualche modo ricordarla – e nemmeno a una boscaiola, anche se i funghi rappresentano uno degli ingredienti principali.
Le fettuccine alla trebulana sono preparate ancora oggi seguendo una ricetta tramandata oralmente per tanti secoli: vengono impastate farina e uova e poi la sfoglia viene tirata a mano con il mattarello di legno; una preparazione all’apparenza semplice che in realtà nasconde segreti noti solo alle massaie locali: guai, ad esempio, a sbagliare lo spessore della sfoglia e soprattutto il taglio; piselli, pomodoro, funghi, prosciutto e pancetta sono il condimento ideale del gustoso piatto che sarà servito per due sere consecutive a partire dalle ore 19.
Ad attendere i visitatori sarà insomma un concentrato di profumi e sapori unico, che è possibile apprezzare a pieno solo lì dove è stato inventato. E così grazie a un primo piatto che, già nel nome, porta con se i segni indelebili di affascinanti trascorsi, rivivrà come per magia un glorioso passato intriso di storia, misteri e leggende. Da ben 20 anni, non a caso, il paese adagiato a quasi 500 metri di altezza sulle propaggini meridionali dei Monti Sabini dà il benvenuto al mese di agosto con questa festa; due serate in cui le fettuccine saranno proposte insieme a una ricca carrellata di antiche ricette monteleonesi, tutte legate a doppio filo al prodotto più conosciuto della zona, l’olio extravergine di oliva della Sabina; come ogni anno non mancheranno gli spettacoli musicali e le bancarelle del mercatino di artigianato e prodotti tipici.
Tra una portata e l’altra, chi vorrà trascorrere qualche ora in più da queste parti potrà visitare i resti della città di Trebula Mutuesca, l’Anfiteatro romano, il museo comunale e il Santuario di Santa Vittoria, con la splendida chiesa romanica e le catacombe che ne costituiscono il primo elemento storico ed archeologico. La leggenda legata al culto della patrona del paese racconta che la Santa si convertì al cristianesimo sotto l’Imperatore Decio, attorno all’anno 250: quel tempo un orribile drago, che si era nascosto in una grotta, spargeva la morte fra la popolazione di Trebula; Vittoria riuscì con la forza della fede a cacciarlo via, convincendo la popolazione della città a convertirsi in massa. Malgrado la fama acquisita con l’impresa, Vittoria fu invitata da un funzionario, Taliarco, ad abbandonare il cristianesimo e venerare la dea Diana, e al suo rifiuto venne uccisa con un colpo di pugnale. Dopo sette giorni la Santa fu seppellita nella grotta del drago e lì venerata: si racconta che nell’esatta zona in cui avvenne il martirio, l’erba non cresca più.