Immersi in atmosfere di altre epoche. Balli e feste a tema storico: le origini
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Stavo danzando buffa e leggiadra ad un ballo in stile Regency – periodo Jane Austen – e tra una giravolta e l’altra, all’interno del grande salone del castello, morbidamente illuminato da candelabri in ferro battuto, mi sono chiesta: quando è iniziato tutto questo?
Quando si è incominciato a organizzare delle feste e dei balli a tema storico?
Se apro il mio Facebook – complici i suoi fantastici algoritmi – la mia home è invasa da eventi di aperitivi medievali, rinascimentali, balli vittoriani, feste a tema antico Egitto ecc..
Forse mai come in questo secolo si guarda al passato con romanticismo e con un’abbondante cucchiaiata di nostalgia. Io, ad esempio, ho pagato ben duecento lilleri per sentirmi compressa in questo abito da sogno, dalla scollatura generosa e con una gonna che sembra fatta di nuvole.
Dunque come potete capire, la voglia di essere immersi in atmosfere di altre epoche rivivendo istanti ormai perduti nelle sabbie del tempo è davvero forte e motivante in questi anni. Ve lo dice una che ne sa qualcosa.
Ma mi chiedo quando e dove si è incominciato ad enucleare un’epoca storica passata e decidere che fosse divertente renderla il tema di una festa. Nel senso, non credo che Giulio Cesare, per uno dei suoi genetliaci abbia deciso di organizzare un party a tema “civiltà babilonese”.
Sicuramente molti paesi sono stati influenzati dalla moda e dai costumi che avevano altri, con cui erano in contatto, come l’antica Roma con l’Egitto o il nord Europa dell’Ottocento con il Giappone.
In questo caso, però, parliamo di una cosa diversa; parliamo della rievocazione di un periodo passato, in particolar modo, della moda dell’epoca.
Ritengo, ai fini di questa dissertazione, di poter saltare a piè pari, con sufficiente sicurezza, il periodo dell’Impero romano e l’intero Medioevo, vista la concezione sincronica che quest’ultimo aveva concettualmente del passato.
Nel Rinascimento, con il fiorire dell’Umanesimo e, con esso, di un interesse più consapevole e uno studio più metodico della “cultura classica” si era accesa a tal punto la passione per la mitologia greco-romana da renderla protagonista di opere d’arte, spettacoli, e rappresentazioni teatrali, come la famosissima Festa del Paradiso allestita da Leonardo da Vinci alla corte di Ludovico il Moro. Ma ovviamente, anche in questo caso si manca il segno; sia perché gli abiti indossati si ispiravano alla mitologia e non ad un’epoca storica, sia perché chi li indossava erano solo gli interpreti dello spettacolo.
Fin dal XVI secolo esisteva uno spettacolo, tipico della Francia, chiamato “balletto di corte”. Si trattava di una festa che aveva come filo conduttore un tema tratto il più delle volte dalla mitologia e che si svolgeva in uno scenario fantastico: grotte, conchiglie giganti da cui sorgevano ninfe, palazzi in fiamme con draghi, mostri marini e carri volanti. In questo spettacolo, protagonista era la danza, arte favorita di Luigi XIV. Il sovrano francese amava a tal punto danzare, da prendere parte attivamente a questi balletti; coinvolgendo, a volte, anche i nobili residenti alla corte di Versailles. Questo particolare è fondamentale perché non solo gli artisti veri e propri, ma anche i partecipanti dell’evento, indossavano abiti ispirati al tema dato al ballo. Tuttavia i temi dati sono ancora una volta ispirati alla cultura mitologica classica o allegorica.
Nessun accenno di balli a tema storico si trova neppure nell’“Età dei Lumi” e della Rivoluzione francese, salvo poi veder sbocciare nell’arte e nella moda un massiccio riferimento alla cultura classica dovuta al nascere della corrente antiquariale del Neoclassicismo con Antonio Canova e Bertel Thorvaldsen ed il modello pseudo repubblicano supportato da Napoleone Bonaparte che si fa ritrarre come un novello Cesare.
Un nuovo tipo di festa a tema, non ispirata alla mitologia classica, la troviamo in epoca vittoriana in Inghilterra, con balli organizzati per la ricorrenza di Halloween. Anche in questo caso però, sebbene tutti i partecipanti siano mascherati ispirandosi ad un tema, quest’ultimo non è un’epoca storica.
Da tutta questa disamina dobbiamo dunque dedurre che il ballo d’epoca è proprio frutto della società contemporanea?
Sembrerebbe di sì, visto che il carnevale, cui non avevo volutamente ancora accennato, nella peculiarità di masquerade, non ha mai fatto riferimento ad un’epoca particolare cui ispirarsi per i travestimenti.
Ma nella nostra analisi, finora non abbiamo preso in considerazione un dettaglio: molto spesso, queste feste a tema si allestiscono per commemorare un giorno particolare, una ricorrenza. La data stessa del ballo cui ho partecipato è stata scelta perché in quel giorno si era tenuto un ricevimento analogo in “Orgoglio e Pregiudizio” di Jane Austen. Dunque, quasi sempre, l’organizzazione di questi eventi coincide con la commemorazione di un dato avvenimento in un’epoca passata. In tal caso, con questo nuovo punto di vista, scorrendo velocemente a ritroso le pagine della storia, potremmo considerare il primo evento rievocato con una certa attenzione al dato storico, il presepe vivente allestito nel paese di Greccio nel 1223; le cui dirette discendenti sono tutte le rievocazioni storiche: dal Natale di Roma, alle battaglie della guerra civile americana, ai cortei medievali.
Ovviamente a questi eventi appena citati solo i partecipanti alla rievocazione indossano abiti d’epoca e, solitamente, questi ultimi sono abitanti della località in questione.
Ma evidentemente non tutti coloro che accorrono per assistere alla manifestazione si accontentano di bearsi della piacevolezza dello spettacolo offerto ai loro occhi.
Non so voi, ma io da piccolina, sono stata portata al castello di Santa Severa per assistere ad una rievocazione medievale con tanto di torneo e, dentro di me, mentre guardavo quelle persone vestite sontuosamente con stoffe ricche, meravigliosamente ricamate avevo un solo pensiero: voglio farlo anch’io, voglio vivere cosa si prova ad interpretare quei personaggi di un’altra epoca.
Perché vi assicuro che nella giusta location l’abito fa il monaco. Ogni volta che partecipo ad un evento a tema storico ed indosso il mio abito, è come se avessi usato una macchina del tempo che mi avesse veramente portata in quell’epoca.
Lo sanno bene gli organizzatori della rievocazione che si tiene il primo weekend di settembre a Castell’Arquato in Emilia, dove, per pochi lilleri, puoi noleggiare il tuo outfit medioevo-style e sentirti parte integrante di quel mondo che per due giorni all’anno rinasce dalle sue ceneri.
D’altra parte mi sembra la cosa più ragionevole: se andate in spiaggia indossate il costume, se andate alla prima della scala indossate un abito da gala, se andate alla rievocazione delle nozze di Eleonora de’ Medici e Vincenzo Gonzaga – vi consiglio caldamente di leggere la “vicenda” legata alle loro nozze – perché non dovreste indossare abiti Rinascimentali?
Evidentemente organizzatori di eventi storici particolarmente acuti, hanno colto l’interesse suscitato negli spettatori da queste manifestazioni e la passione che trascendeva il desiderio di essere semplice osservatore, et voilà: nascono le feste e i balli a tema storico!
Ovviamente, di questi eventi esistono le versioni “deluxe” organizzate fastosamente e con relativi costi non proprio economicissimi, ma anche quelle meno sontuose e più abbordabili, fino a giungere alle soluzioni casalinghe, per chi non vuole comunque rinunciare al piacere di un viaggio in “economy” nel tempo. D’altra parte, chi di noi non ha mai partecipato ad un toga party?
La domanda è una sola: perché lo facciamo?
La risposta è una, o forse molte: il fascino che un’epoca esercita su di noi; la consapevolezza romantica che quel tempo, ormai perduto, come Euridice, anche se ci voltiamo a guardarlo, non c’è melodia antica che lo farà tornare; il desiderio di interpretare chi saremmo voluti essere in un passato più o meno antico; oppure chissà…