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L’oscura eredità de “Il Corvo”: esploriamo i sequel e la serie tv che hanno tentato di riportare in vita l’iconica leggenda

L’oscura eredità de “Il Corvo”: esploriamo i sequel e la serie tv che hanno tentato di riportare in vita

L’oscura eredità de “Il Corvo”: esploriamo i sequel e la serie tv che hanno tentato di riportare in vita l’iconica leggenda

Quando Alex Proyas diresse Il Corvo nel 1994, basato sull’omonimo fumetto di James O’Barr, il mondo del cinema accolse una pellicola destinata a diventare un cult. Con la tragica morte di Brandon Lee durante le riprese, il film assunse un’aura mitica, e il personaggio di Eric Draven rimase impresso nella memoria collettiva. Tuttavia, la sfida di replicare quel successo si rivelò ardua, con i seguiti che cercarono, ma fallirono, di catturare la stessa magia.

In attesa del remake del film che uscirà il 28 agosto diretto da Rupert Sanders con Bill Skarsgård nel ruolo di Eric Draven e FKA twigs nei panni di Shelly Webster, esploriamo insieme l’universo di Il Corvo, attraverso i suoi sequel e la serie TV, per comprendere cosa è andato storto e quali sono state le conseguenze di questi tentativi di resurrezione.

Il Corvo 2: La Città degli Angeli (1996)

Dopo l’inaspettato successo del primo film, Miramax decise di capitalizzare sul franchise con un sequel diretto da Tim Pope, noto per i suoi lavori in ambito musicale. Il Corvo 2: La Città degli Angeli segue la storia di Ashe Corven (interpretato da Vincent Pérez), un uomo risorto dalla morte per vendicarsi dell’omicidio suo e di suo figlio. La trama si snoda tra i vicoli decadenti di una Los Angeles onirica e gotica, visivamente affascinante, ma che non riesce a mascherare le falle narrative.

 

Vincent Pérez affronta una sfida immensa nel tentare di riempire il vuoto lasciato da Brandon Lee. Sebbene Pérez offra una performance emotiva e fisica notevole, il suo Ashe Corven non riesce a catturare la stessa intensità di Eric Draven. Mia Kirshner, nei panni di Sarah, l’amica del protagonista, è una delle poche ancore che riescono a mantenere un legame con il primo film, ma la sua presenza non basta a salvare il sequel da critiche feroci.

Tim Pope, venendo dal mondo dei video musicali, porta una forte componente visiva e stilistica al film, ma la regia a volte sembra sacrificare la narrazione a favore dell’estetica. Le differenze rispetto all’opera di O’Barr sono evidenti: mentre il fumetto originale esplora temi di dolore e redenzione con una delicatezza quasi poetica, La Città degli Angeli appare troppo concentrato sull’estetica, perdendo di vista il cuore del racconto.

Il film venne accolto con freddezza da critica e pubblico. Le principali critiche riguardarono la debolezza della trama e la scarsa caratterizzazione dei personaggi. Nonostante i tentativi di rimanere fedele all’atmosfera gotica e decadente del primo film, La Città degli Angeli non riesce a connettersi emotivamente con lo spettatore, risultando in un’opera derivativa che non raggiunge mai le altezze del suo predecessore.

Curiosità: è l’unico capitolo difficile da trovare in home video in quanto mai più ristampato. Fuori catalogo da anni, il dvd Cecchi Gori è valutato nel mercato del collezionismo a prezzi troppo alti per il valore effettivo del film.

Il Corvo 3: Salvation (2000)

Il terzo capitolo della saga, Il Corvo 3: Salvation, è stato diretto da Bharat Nalluri, regista britannico con un background televisivo. In questo film, assistiamo alla resurrezione di Alex Corvis (interpretato da Eric Mabius), condannato a morte per un crimine che non ha commesso. Risorto per vendicare la propria ingiusta esecuzione, Alex si imbarca in una crociata contro la corruzione che ha distrutto la sua vita.

Eric Mabius, noto per la sua partecipazione a serie TV come Ugly Betty, offre una performance intensa e cupa, ma il suo personaggio manca della profondità e della complessità psicologica di Eric Draven. Kirsten Dunst, giovane promessa di Hollywood, recita nei panni di Erin, la sorella della fidanzata di Alex, uccisa insieme a lui. La Dunst, nonostante il suo talento, appare fuori posto in un film che non riesce a gestire il peso della sua narrativa.

Nalluri cerca di riportare il franchise alle sue radici gotiche, distanziandosi dal fallimento visivo di La Città degli Angeli. Tuttavia, la regia rimane convenzionale, priva di quel tocco visionario che aveva reso unico il film originale. Il tentativo di combinare il racconto di vendetta con una denuncia sociale contro la corruzione e una indagine piuttosto convenzionale e fiacca risulta spesso forzato e non riesce a integrarsi pienamente nella trama.

Come il suo predecessore, Salvation fu accolto con scarso entusiasmo. Nonostante alcune recensioni più favorevoli che lodarono l’approccio meno pretenzioso e più narrativo, il film non riuscì a risollevarsi dal marchio di “sequel inutile” che ormai gravava sul franchise. Il tentativo di un ritorno alle origini del primo film non bastò a convincere né critica né pubblico.

Il Corvo: Preghiera Maledetta (2005)

L’ultimo capitolo cinematografico della saga, Il Corvo: Preghiera Maledetta, è forse il più controverso, ed è, obiettivamente, il punto più basso mai raggiunto. Diretto da Lance Mungia, conosciuto per il film indipendente Six-String Samurai, questo sequel tenta di rinnovare il franchise attraverso una nuova ambientazione e un protagonista culturalmente differente. In questa storia, Jimmy Cuervo (interpretato da Edward Furlong), un ex detenuto, viene brutalmente ucciso insieme alla sua fidanzata Lily (Emmanuelle Chriqui) da una gang di satanisti. Come nei film precedenti, Cuervo ritorna in vita per cercare vendetta.

Edward Furlong, reso celebre dal suo ruolo in Terminator 2, non riesce a offrire una performance convincente. Il suo Jimmy Cuervo appare più come una caricatura, un cosplayer malriuscito che un personaggio tridimensionale. La presenza di attori come Tara Reid e David Boreanaz, pur promettente sulla carta, si rivela una scelta discutibile. Le interpretazioni, generalmente sopra le righe, non fanno altro che accentuare le debolezze della sceneggiatura.

Mungia opta per un’ambientazione desertica che si distacca completamente dall’estetica urbana e gotica dei capitoli precedenti. Il cambio di scenario potrebbe essere visto come un tentativo di rinvigorire il franchise, ma il risultato è un film che si allontana troppo dall’atmosfera originale, perdendo quell’aura di malinconia e tragedia che aveva reso Il Corvo un’opera unica. La regia di Mungia, pur audace in alcuni momenti, non riesce a dare coesione a un film che appare frammentato e confuso.

Preghiera Maledetta fu un disastro sia dal punto di vista critico che commerciale. Anche i fan più fedeli trovarono difficile apprezzare questo capitolo, che sembrava ormai distante anni luce dall’eredità lasciata da Brandon Lee.

Il Corvo – Stairway to Heaven. La serie tv (1998-1999)

Tra i vari tentativi di mantenere vivo il franchise, c’è stato anche quello di adattare Il Corvo per la televisione. Il Corvo: Stairway to Heaven, una sola stagione, 22 episodi, trasmessa per la prima volta in Canada a cavallo fra il 1998 e il 1999 e in Italia nel 2003, è interpretato da Mark Dacascos nel ruolo di Eric Draven.

La serie segue le vicende di Draven, risorto per vendicare la morte sua e della sua fidanzata Shelly, mentre cerca di trovare pace e giustizia in un mondo che non lo comprende.

Mark Dacascos, con il suo background nelle arti marziali e una notevole presenza fisica, offre un’interpretazione tutto sommato decente (per lo meno non imbarazzante) di Eric Draven. Sebbene non raggiunga l’intensità di Brandon Lee, Dacascos riesce a dare al personaggio una nuova dimensione, più orientata all’azione e meno alla sofferenza interiore. Tuttavia, la limitata profondità dei personaggi secondari e le restrizioni del formato televisivo riducono l’impatto emotivo che la serie avrebbe potuto avere. Tutto nella serie appare tristemente “medio”: fotografia, regia, sceneggiature, interpretazioni danno alla serie l’aspetto di una serie tv generica degli anni ’90. La serie prova a mantenere l’estetica dark e gotica del film originale, ma il budget televisivo ne limita le ambizioni e la rende una serie del tutto dimenticabile.

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About Author

Giovanni Lembo

Giornalista, sceneggiatore, speaker, podcaster, raccontastorie, papà imperfetto. Direttore di Sitopreferito.it e fondatore del Preferito Network. Conduce Preferito Cinema Show su Radio Kaos Italy tutti i martedì alle ore 15, e il podcast L'Edicola del Boomer sulle principali piattaforme. Gli piacciono i social, i fumetti, le belle storie, scrivere di notte con la musica nelle orecchie, vedere un sacco di film e sognare ad occhi aperti.

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