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Recensione de “Il Gladiatore II”: il ritorno di Ridley Scott tra sangue e spettacolo

Ridley Scott torna al Colosseo con Il Gladiatore II. Una storia di vendetta, spettacolo visivo e licenze storiche esagerate.

Recensione de “Il Gladiatore II”: il ritorno di Ridley Scott tra sangue e spettacolo

Ridley Scott decide di tornare nell’antica Roma, all’insegna del sangue e dell’arena, ambientando Il gladiatore II, in quel Colosseo in cui 20 anni prima, Massimo Decimo Meridio, incarnato da Russel Crowe aveva tracciato un solco indelebile nell’immaginario collettivo, bramando la propria vendetta in questa vita o nell’altra.

Vendetta e sangue nell’antica Roma

Proprio dal tema della vendetta ha inizio il tormento(ne) del “nuovo” gladiatore.

Annone, portato in scena da Paul Mescal, che nel 2023 interpretava Harry nel film “Estranei” di Andrew Haigh, viene fatto schiavo, in seguito alla conquista della Numidia, dove viveva con figlio e consorte.

La vera identità di Annone, sarà presto svelata, in quanto si tratta di Lucio Vero Aurelio, figlio di Augusta Lucilla (Connie Nielsen) e Massimo Decimo; fatto fuggire da Roma al tempo della morte dell’imperatore Commodo, per timore dei cospiratori che bramavano il titolo imperiale.

Marito di una moglie uccisa in battaglia dalle truppe guidate da Marco Acacio, cui presta il volto Pedro Pascal, il nostro decide di ottenere vendetta diventando un gladiatore. Il suo scopo è sfidare il generale nell’arena, con l’aiuto del losco mercante di Schiavi Macrino, portato in scena da Denzel Washington.

Scene d’azione e licenze storiche: il bello e il ridicolo

Il Gladiatore II si svolge al tempo degli imperatori Geta e Caracalla, cui prestano il volto Joseph Quinn e Fred Hechinger. La nuova fatica di Ridley Scott, ha un impianto scenografico sontuoso, le scene d’azione hanno una violenza spiccata, e il sangue scorre copioso.

La rappresentazione travisa la storia ma non è una novità, irritano e fanno sorridere al tempo stesso, scritte in inglese sui muri di Roma, e ragazzini che giocano a calcio per le strade.

Esagerate anche le battaglie nel Colosseo, che vedono lotte con scimmie dall’aspetto preistorico, rinoceronti e perfino gli squali nei conflitti navali, ricostruiti all’interno dell’arena.

Il film ha una durata di ben 148 minuti, ed escluse le battaglie e l’azione, risulta prolisso soprattutto a causa di dialoghi imbarazzanti e attori poco carismatici, come nel caso di Paul Mescal, che incarna il protagonista.

Tra le interpretazioni eccelle quella di Denzel Washington, mellifluo affabulatore mercante di schiavi, che anche con una recitazione sopra le righe, riesce comunque a catturare l’attenzione.

Niente di nuovo sul fronte di una trama che ha il sapore del deja vu, e un finale abbastanza scontato, Il Gladiatore II si attesta su una mediocrità che però ha i suoi punti di forza come accennato, e sicuramente troverà una buona fetta di spettatori pronti ad apprezzarlo.

About Author

Fabrizio Battisti

Critico cinematografico, scrivo recensioni sul portale di Mondospettacolo, sono editor di Oredorrore, primo brand social dedicato al cinema di genere italiano, attivo su tutte le principali piattaforme social, e per il quale faccio videorecensioni. Collaboro con Sitopreferito.it e con Preferito Cinema Show, trasmissione dedicata al cinema che va in onda su RadiokaosItaly. Divoratore seriale di film, perché il cinema è una droga che si mangia tutto e di cui non si può fare a meno (cit.). Mi piacciono i romanzi che scrivono storie che ti restano addosso, i fumetti che disegnano volti che hanno quello sguardo su universi che non dimentichi o su un mondo che ancora non è stato inventato, in cui sbirciare con curiosità. Amo ascoltare musica ad alto volume e perdermi i rumori di sottofondo.

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