Recensione de “La leggenda degli uomini straordinari”
Recensione de "La leggenda degli uomini straordinari", un film dalle premesse affascinante ma deludente dei risultati.
Peccato. Peccato, perche’ con una sfilza di simili personaggi “La leggenda degli uomini straordinari” poteva essere piu’ che affascinante, ed invece il film affoga sotto l’esigenza del kolossal a tutti i costi, quindi effetti speciali effetti speciali effetti speciali e basta.
Sulla carta (il film è tratto da una graphic novel di Alan Moore e Kevin O’Neill) l’azzardo era pienamente riuscito: mettere insieme una serie di personaggi letterali. Così Allan Quatermaine, Mina Harker, Capitan Nemo, Dottor Jekill/Mister Hide, L’Uomo Invisibile, Dorian Grey, si trovavano a fronteggiare una grande minaccia contando sulle loro caratteristiche. Nel film i personaggi sono gli stessi, con l’aggiunta solamente per il cinema della controparte americana Tom Sawyer nella parte di un agente segreto, e devono vedersela contro la minaccia del Fantasma, che vuole far scoppiare una guerra tra le nazioni piu’ potenti.
La poca caratterizzazione dei personaggi ha creato un ibrido deludente che si regge solamente sui buoni effetti speciali del Tippet Studio. Non aiuta la regia di Stephen Norrington (Blade), frettolosa e anonima. Buoni gli attori, a cominciare da Peta Wilson (la Nikita televisiva) per arrivare al convincente (anche se non fa altro che replicare il suo personaggio già visto in Indiana Jones) Sean Connery.
Curioso più che altro per i rimandi alla letteratura di cui è infarcito, in film è inoltre pieno di incongruenze (il Nautilus che va in giro per i canali di Venezia?).
Deludente.