Recensione di “Abigail”, sangue e ironia nel nuovo horror firmato Radio Silence
Abigail di Radio Silence, combinando abilmente horror, commedia e suspense, si imporrà nel tempo come nuovo classico dell'orrore.
Prima di leggere, un’avvertenza: se state pensando di andare a vedere Abigail, vi consiglio vivamente di entrare in sala senza saperne niente. Evitate il trailer, non leggetene niente su siti o social. Mi ringrazierete e il colpo di scena vi arriverà dritto in faccia lasciandovi con la mascella a terra.
Per tutti gli altri, già saprete che la dolce ballerina protagonista è in realtà una vampira. Ma, anche con questo spoiler, Radio Silence ci regala un film divertente che vale ogni elettrizzante minuto di visione.
Radio Silence, alias Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, sono noti per il loro approccio dissacrante e innovativo al genere horror. Con Ready or Not ci hanno fatto ridere e rabbrividire con una storia di caccia umana e classi sociali. Nei loro recenti Scream, hanno saputo reinterpretare un classico con intelligenza e rispetto. In Abigail, il duo continua a spingersi oltre, unendo elementi classici del cinema dell’orrore con una narrativa fresca e sorprendente.
Non toccate la figlia di Dracula
Abigail si presenta come una rivisitazione contemporanea del classico La figlia di Dracula. Il film originale del 1936 raccontava la storia di una vampira che cercava di resistere alla sua natura malvagia. In Abigail, la storia viene aggiornata e modernizzata. Qui, la giovane Abigail (Alisha Weir) è una talentuosa ballerina rapita da un gruppo di criminali. Mentre nel classico l’orrore era più sottile e psicologico, in Abigail la violenza e il gore sono espliciti. La villa isolata diventa il teatro di una lotta disperata per la sopravvivenza, con la vampira che rivela la sua vera natura in scene di grande impatto e poi inizia, da brava bambina disubbidiente, a “giocare con il cibo”.
Un eccitante mix di generi
Abigail è un intrigante mix di generi. La narrazione oscilla tra il mistero claustrofobico del “locked room”, il gore dello slasher e l’atmosfera gotica della casa stregata. Questa fusione di stili ricorda il celebre Dal tramonto all’alba di Robert Rodriguez, dove una rapina si trasforma in un’epica battaglia contro i vampiri. In comune con Dal tramonto all’alba il film di Radio Silence ha anche un’altra cosa: la sua capacità di mantenere una sottile linea di ironia, rendendo il film divertente oltre che terrificante.
La sceneggiatura, scritta da Guy Busick e Stephen Shields, non si prende mai troppo sul serio, regalando momenti di autentica comicità. Il film è imprevedibile, con colpi di scena che tengono lo spettatore costantemente sull’orlo della sedia. La tensione è palpabile e le sequenze di azione, orchestrate con creatività dai registi, rendono il film un vero ottovolante. Il sangue scorre a fiumi e presto tutti si troveranno inzuppati di emoglobina e frammenti corporei.
Potrei anche cercare un significato profondo al film, che ci fa riflettere sugli orrori nascosti dietro l’apparente innocenza. Ma siamo seri: il film è un trionfo gore eccitante e divertente, che dopo una prima parte in cui si prende il suo tempo nel raccontare questo pugno di personaggi male assortiti, alla rivelazione della vera natura della piccola ballerina, si scatena in un’orgia di sangue senza freni.
Un cast ottimamente assemblato
Il cast di Abigail è messo insieme con gusto. Un pugno di caratteri riconoscibilissimi dalla prima battuta ma che contribuiscono alla riuscita del film. Dan Stevens, nel ruolo del criminale Frank, offre una performance magnetica e inquietante. La sua capacità di passare dal carismatico al folle ricorda le sue migliori interpretazioni in Legion e The Guest. Kathryn Newton, Angus Cloud e Kevin Durand completano il gruppo con interpretazioni memorabili, ciascuno portando il proprio tocco unico alla narrazione. Melissa Barrera, musa dei registi, offre una performance vivace e convincente, con sfaccettature che rendono il suo personaggio affascinante e molto più complesso di una final girl qualunque.
Un pensiero va anche al compianto Angus Cloud, la cui ultima performance in Abigail è un triste ricordo del talento che il mondo ha perso troppo presto. La sua presenza comica e il suo tempismo impeccabile aggiungono un tocco di leggerezza al film, rendendolo ancora più speciale.
Tuttavia, è Alisha Weir che ruba la scena: la sua Abigail è al contempo innocente e spaventosa, una vampira che incarna perfettamente l’orrore gotico e innocente dei bambini che seguono la propria natura senza preoccuparsi o chiedersi troppi perchè.
Un nuovo classico dell’orrore
Non ho dubbi, Abigail, combinando abilmente horror, commedia e suspense, si imporrà nel tempo come nuovo classico dell’orrore, proprio come Dal tramonto all’alba è diventato un cult del genere.
Radio Silence conferma il proprio talento nel reinventare i classici, e la storia di Abigail, sono sicuro, non finirà con questo film, troppo ghiotta… di sangue per ubbidire al paparino e starsene buona in un angolo.