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Recensione di “Eravamo Bambini”, crime di Marco Martani sull’amicizia e la lotta per superare i traumi del passato

Eravamo bambini è un puzzle emotivo che, proprio come in opere classiche del genere più su citate, utilizza il

Recensione di “Eravamo Bambini”, crime di Marco Martani sull’amicizia e la lotta per superare i traumi del passato

Ho sempre trovato molto interessante il percorso di Marco Martani.

Co-fondatore della società di produzione cinematografica e televisiva Wildside, ha scritto oltre 50 sceneggiature per il cinema vincendo diversi premi internazionali e vincendo 10 Biglietti d’oro per il miglior incasso dell’anno. Tre dei suoi film da sceneggiatore hanno vinto il David di Donatelo come opera prima: Notte prima degli esami, La mafia uccide solo d’estate e Se Dio vuole. Ha vinto inoltre il Nastro d’argento per la sceneggiatura del film Ex, il Globo d’oro per la sceneggiatura e il Nastro d’argento come miglior soggetto sempre per il film La mafia uccide solo d’estate, che ha inoltre vinto il prestigioso EFA 2014, l’Oscar Europeo nella categoria miglior commedia dell’anno.

Poi nel 2007 passa alla regia. La sua opera prima, il noir Cemento Armato, riceve la nomination al David di Donatello come regista esordiente e vince tra gli altri l’International film festival di Braunschweig ed il Miami film festival. Viene ricordato come il film in cui Giorgio Faletti fa il cattivissimo ed è il primo ruolo di Nicolas Vaporidis in un film che non è il solito teen movie in cui era relegato. Un film che spaccò la critica in due, un esordio sicuramente molto coraggioso che andrebbe riscoperto.

Solo nel 2021 dirigerà il suo secondo film da regista, La donna per me, una commedia venata di fantastico, molto interessante e che dimostra come Martani, da regista, non cerca facili soluzioni e non si adagia sul suo solido background da sceneggiatore di successi, ma cerca sempre qualcosa di più.

E arriviamo ad oggi, a Eravamo Bambini, film presentato nella sezione Alice nella Città durante la 18ma Festa del Cinema di Roma e in uscita il 21 marzo in una cinquantina di copie nei cinema italiani.

Un momento della conferenza stampa di Eravamo Bambini

Un gruppo di amici dalle vite spezzate

Il film prende spunto da un monologo teatrale scritto e interpretato da Massimiliano Bruno (Zero, uscito nel 2005), riadattato e rielaborato: si torna al noir, si torna al crime, ad un film che ha come fari ispiratori Sleepers, Stand by Me, I ragazzi della 56a strada e, per alcuni aspetti, addirittura IT.

In un paese della costa calabrese, un pacifico trentenne viene arrestato per aver minacciato con un coltello un carabiniere. Durante il suo interrogatorio si intrecciano le storie di altri quattro suoi coetanei, amici d’infanzia, tutti traumatizzati da un fatto di sangue a cui hanno assistito da bambini.

Un messaggio di uno di loro rompe la quotidianità perché manifesta l’intenzione di voler tornare nel paese calabrese per vendicarsi di qualcosa o qualcuno. Gli amici lasciano subito le loro vite “interrotte” per raggiungerlo ed impedirgli di fare qualche sciocchezza. Ma una volta arrivati in quel luogo di vacanze e di ricordi, abbandonato traumaticamente vent’anni prima, tutti si renderanno conto che il vero motivo che li ha spinti a ritrovarsi dopo tanti anni sarà guardare in faccia l’orrore che hanno vissuto e fare finalmente i conti con quel trauma che non gli ha permesso di vivere una vita normale bensì l’ha trasformata in un inferno.

Come in IT, un gruppo di ragazzi viene richiamato da un messaggio di uno di loro, intenzionato a tornare nel paesino in cui, da ragazzini, è successo qualcosa. Come in IT il primo incontro avviene in un ristorante, dove la tensione è evidente, la gioia nel rivedersi è attraversata da tutta una serie di non detti, di sospesi. Sospesi come le vite di questi uomini, fragili, spezzati, in fondo mai veramente cresciuti, bloccati a quel giorno di tanti anni fa.

Erano bambini, e in certo senso, lo sono rimasti.

Un puzzle emotivamente molto coinvolgente

Eravamo bambini viene presentato come un puzzle emotivo che, proprio come in opere classiche del genere più su citate, utilizza il flashback per svelare gradualmente il nucleo del trauma. Martani ci offre una narrazione stratificata che esplora queste vite spezzate e dimostra come il passato continui a influenzare il presente.

Attraverso un montaggio efficace, firmato Luciana Pandolfelli, che gioca sapientemente con i tempi della storia, creando un climax emotivo che coinvolge e commuove lo spettatore fino all’ultimo fotogramma, Martani riesce a tessere una trama che esplora le dinamiche dell’amicizia e la lotta per superare i traumi del passato. Il cast incarna perfettamente la varietà emotiva richiesta, con interpretazioni che danno vita ai personaggi con autenticità e profondità, permettendo allo spettatore di immedesimarsi nelle loro storie.

Alessio Lapice, Lucrezia Guidone, Francesco Russo (cui è regalato un monologo da brividi sul coraggio), Lorenzo Richelmy, Giancarlo Commare, Romano Reggiani riescono a trasmettere la complessità emotiva dei loro personaggi con naturalezza e intensità ed è in gran parte merito loro se il film si guarda con partecipazione sempre crescente.

Sarebbe un crimine svelare alcuni passaggi del film che, se parte lentamente mettendo in campo le sue pedine, ad un certo punto blocca lo spettatore sulla poltrona, avvinghiato da un ritmo implacabile e da una tensione sempre crescente, da una trama emotivamente molto coinvolgente, e da riflessioni sull’amicizia e sulla capacità di affrontare insieme le ombre del passato.

About Author

Giovanni Lembo

Giornalista, sceneggiatore, speaker, podcaster, raccontastorie, papà imperfetto. Direttore di Sitopreferito.it e fondatore del Preferito Network. Conduce Preferito Cinema Show su Radio Kaos Italy tutti i martedì alle ore 15, e il podcast L'Edicola del Boomer sulle principali piattaforme. Gli piacciono i social, i fumetti, le belle storie, scrivere di notte con la musica nelle orecchie, vedere un sacco di film e sognare ad occhi aperti.

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