Gli Elfi tra di noi: nascita, usi e costumi del popolo “luminoso”
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Si dice e si racconta che mille e mille anni fa la gente d’Irlanda vide uscire, dalle nebbie che circondano il Grande Nord, una lunga cavalcata di uomini e donne bellissimi. Erano i Tuatha de Danaan, che vuol dire “Gli uomini della Dea”.
Arrivavano da molto lontano, dalle quattro città chiamate Falias, Gorias, Finias e Murias, dove vivono i quattro sapienti che insegnano ai giovani la saggezza. E da quelle città venivano i tesori che i Tuatha portavano con sé: la Pietra della Virtù di Falias, la Spada di Gorias, la Lancia della Vittoria di Finias, la Pentola che non si svuota mai di Murias.
I Tuatha de Danaan erano forti ed esperti di magia e presto conquistarono l’Irlanda intera. Regnarono per anni, anzi per secoli, ma alla fine arrivò da sud un popolo dai capelli rossi: i Gaeli. Decisi a vendicare un loro compagno ucciso. Ma i Tuatha nascosero le spiagge dell’isola dietro una gran nuvola nera a forma di maiale e scatenarono una tremenda tempesta, in modo che i Gaeli non potessero mettere piede a terra.
Però quelli avevano a bordo un mago straordinario, un druido che sapeva comandare all’acqua e al vento: così la tempesta cessò per incanto, i Gaeli sbarcarono e i Tuatha de Danaan persero una battaglia dopo l’altra.
Erano stati padroni e re e diventarono servi. Ma piuttosto che obbedire ai Gaeli, preferirono scomparire e nascondersi; e siccome tra loro c’era un mago di nome Manannan, che conosceva tutti gli incantesimi di questo mondo e dell’altro, gli chiesero aiuto. Allora Manannan girò tutta l’Irlanda per scegliere le colline e le vallate più verdi e più belle, perché diventassero la casa segreta dei Tuatha, e poi le circondò di mura invisibili, che nessuno poteva attraversare.
E i Tuatha stessi divennero capaci di rendersi invisibili, per andare e venire come volevano. Infine, Manannan organizzò un gran banchetto e tutti i Tuatha de Danaan si sedettero a tavola per bere la birra preparata da Goibniu il Fabbro: chi l’assaggia non invecchia, non si ammala e non muore.
Ma da allora in poi non ci furono più Tuatha: ormai erano creature fatate potentissime e gli uomini li chiamarono Sidhe, oppure Elves o Yldra, o Elfi.
Nelle lingue germaniche l’Elfo è indicato con diversi nomi: Elf, Elbe, Alf, Alfar, Alp, Albs; mentre in inglese si chiama Elve, in svedese Elfvar e Alfa in islandese. Tutte queste parole, probabilmente derivano dal termine latino “albus” che vuol dire bianco; gli Elfi, infatti, sono sempre splendenti, luminosi e chiari.
Che aspetto hanno gli Elfi?
Di solito sono bellissimi, alti, simili agli uomini, con la pelle e i capelli chiari. Le antiche saghe germaniche li chiamano “Luminosi” e dicono che sono “nell’aspetto più belli del sole”.
C’è anche chi sostiene di aver visto Elfi piccolissimi, ma la cosa dipende dalla capacità elfica di cambiare dimensioni con grande facilità. Si sa comunque, che le donne degli Elfi, anche se sono molto belle, a volte hanno la schiena cava e una coda di mucca che nascondono sotto i vestiti; è il caso delle Huldre Finlandesi, che tra l’altro sono le più bionde tra le ragazze elfiche: i loro capelli sono così chiari che attorno ad essi l’aria tremola e brilla.
Esistono poi degli Elfi semitrasparenti che, pur potendo diventare più grandi di un uomo, di solito preferiscono restare piccoli: sono gli Alven olandesi, così leggeri che si lasciano trasportare dal vento, oppure viaggiano dentro bolle di sapone o gusci d’uovo. Ma anche gli Elfi Elfor, una particolare specie di Elfi scandinavi alti mezzo metro, sono quasi trasparenti e leggerissimi; tanto che possono cavalcare i raggi del sole e le onde dei ruscelli.
I capelli degli Elfi sono sempre lunghi e sciolti; fino alle spalle quelli degli uomini e fino alle ginocchia quelli delle donne, che a volte li ornano di fiori e di gemme.
Gli abiti in genere sono verdi – il colore preferito dal “piccolo popolo” – e così pure le calze, i berretti e perfino le scarpe. Ma c’è anche chi porta vestiti bianchissimi sotto un ampio mantello verde con cappuccio. La passione degli Elfi per il verde è tale, che molti di loro si confezionano gli abiti con foglie fresche cucite assieme.
Tutti gli Elfi, comunque, sono elegantissimi, come se andassero a un ballo di corte, e spesso indossano ricchi gioielli, che gli uomini vorrebbero rubare: chi riuscisse a prenderli, però, una volta a casa li troverebbe mutati in foglie secche.
Gli Elfi vivono per sempre, restano eternamente giovani, sono capaci di rendersi invisibili e possono cambiare dimensioni quando vogliono. Inoltre sanno leggere il futuro e sono bravissimi nel trovare tesori nascosti. Ma oltre a questi poteri, possiedono anche molte abilità particolari: conoscono alla perfezione tutte le piante curative e medicinali, suonano e cantano meravigliosamente, ballano con molta grazia. Le donne elfiche sono bravissime al telaio, e riescono addirittura a tessere e filare i raggi di luna e di sole, facendone stoffe, sciarpe e scialli. Gli uomini elfici invece sono orefici straordinari e confezionano bellissimi gioielli.
Quanto alle loro abitudini, si sa che preferiscono uscire di notte e raramente si fanno vedere dagli uomini, amano fare il bagno nei ruscelli e nei laghetti, danno grandi feste alla luce della luna, cavalcano spesso tutti insieme su bellissimi cavalli con selle e briglie preziose, navigano nei fiumi e nei laghi su barchette tirate da grandi cigni bianchi.
La maggior parte degli Elfi vive all’interno di verdi colline, che a guardarle dal di fuori sembrano semplici monticelli di terra. Ma dentro somigliano ad autentici palazzi, con mobili bellissimi e preziosi. Per gli uomini, comunque, è impossibile individuare l’entrata, che è di solito sul fianco della collina, ma invisibile agli occhi umani.
Altri invece abitano nei boschi e nelle foreste e hanno scelto come casa un albero, un cespuglio o un vecchio tronco. Certo è che tutti gli Elfi amano le piante, le curano, le difendono e sono capaci di punire severamente chi le danneggia. La loro pianta preferita è l’agrifoglio, dalle foglie sempre verdi, come i loro mantelli.
Non sempre Elfi e uomini vanno d’accordo. Come molte creature fatate, infatti, anche gli Elfi sono imprevedibili e dispettosi, e si arrabbiano terribilmente se un uomo li spia, danneggia involontariamente la loro casa o nuoce alle loro piante. Ma anche quando gli uomini sono disposti a comportarsi nel migliore dei modi, meglio stare alla larga dagli Elfi o saranno guai.
Se gli Elfi invitano un essere umano a una festa o a un banchetto, quando il poverino uscirà dalla loro dimora, scoprirà che non sono passate poche ore, ma molti anni e persino secoli!
Se un uomo si lascia convincere a danzare con loro, guai a lui, perché non riuscirà più a fermarsi e alla fine cadrà sfinito o morirà di stanchezza. Quando le canzoni e le musiche elfiche arrivano a orecchie umane, chi le ascolta impazzisce.
A volte un bambino o un giovane particolarmente bello viene rapito dagli Elfi, che ne fanno il loro paggio e servitore; gli sarà quasi impossibile tornare nel mondo degli uomini.
Si dice anche che i dispetti degli Elfi provochino alcune malattie come la tubercolosi. E poi c’è il “colpo dell’Elfo”, ossia la morte improvvisa e inspiegabile, causata dalle frecce invisibili lanciate da queste creature.
Ma esistono dei rimedi per proteggersi dagli Elfi e metterli in fuga. Ad esempio: portare sempre qualcosa di rosso, appendere al proprio braccialetto o a una catenina, un ciondolo a forma di campanella, indossare la camicia al rovescio, tenere con sé un oggetto di ferro – gli Elfi, come tutte le creature fatate lo chiamano “ferro freddo” e lo temono moltissimo perché annulla tutti gli incantesimi – ornarsi di margherite, spargere del sale sulla porta di casa o tenere una calza spaiata sotto il letto e disporre le scarpe vicine, ma con le punte in direzioni opposte.
Nonostante il loro comportamento prevalentemente crudele e dispettoso nei confronti degli umani, a volte Elfi e uomini si innamorano e si sposano. Questi matrimoni, però, non sono felici, perché gli sposi e le spose elfo raramente resistono alla tentazione di tornare nel proprio mondo fuori dal tempo. Capita anche che una moglie elfo se ne vada per sempre, offesa, perché il marito l’ha chiamata per nome – cosa che le creature fatate considerano pericolosa – oppure l’ha spiata o rimproverata.
E se per caso gli esseri umani decideranno di seguire l’Elfo di cui si sono innamorati, non potranno mai più rivedere gli amici e i parenti, perché una notte in terra elfica è lunga quanto cento anni del nostro tempo.
Quanto alle belle ragazze che vanno a spasso da sole per i boschi o per la campagna, devono stare bene attente a non raccogliere fiori, a non sdraiarsi all’ombra di un albero e a non tirare lontano noci e nocciole: se un Elfo è innamorato di loro, questi sono i momenti in cui potrà rapirle.
Beh, ragazze, dopo aver detto questo, pensiamo intensamente a Legolas, facciamo un bel respiro… e incominciamo a lanciare noci e nocciole come se non ci fosse un domani!
Un altro capitolo di questa nostra avventura nella terra delle creature fantastiche si conclude. Ma di tante creature ancora si racconta nel libro di Magia…