Recensione di “…e alla fine arriva Polly”, rampante yuppi sfigato incontra pazza ragazza new age
Recensione di "…e alla fine arriva Polly", rampante yuppi sfigato incontra pazza ragazza new age
Il povero sfigato Reuben Feffer, perito di una compagnia di assicurazioni specializzato in calcolo dei rischi, viene tradito dalla moglie durante la luna di miele. Se ne torna in fretta e furia a casa con il cuore a pezzi, ma sulla sua strada, per le strade rosa della Grande Mela, c’è Polly, svampita ragazza amante dei cibi piccanti, senza un lavoro fisso, che vive alla giornata e ha come animale domestico un vecchio furetto che ci vede poco! L’incontro-scontro sarà irresistibile.
Prendendo spunto dalla celebre sit-com Dharma & Greg– stessa situazione di fondo: rampante yuppi incontra pazza ragazza new age lì, qui brillante assicuratore che controlla la sua vita alla perfezione incontra ragazza imprevedibile – …e alla fine arriva Polly riesce a cavare tutto quello che può da un soggetto limitato come quello presentato e, complici degli spassosissimi personaggi di contorno, offre divertimento, pochissimi momenti morti, parentesi sentimentali – inevitabili in questo tipo di film – per fortuna contenuti, umorismo tra il cinico e il demenziale.
Ben Stiller è il solito cartone animato vivente, simpaticissimo imbranato e ipersicuro – spassosissimo quando teorizza il motivo per cui non si devono mangiare le noccioline esposte sui banconi dei bar – Jannifer “moglie di Brad Pitt” Aniston offre freschezza e stramberie a piena mani – anche se non riesce a togliersi l’aria da Rachel di Friends. Peccato per la regia, praticamente inesistente, di John Hamburg, già sceneggiatore di Ti presento i miei e Zoolander, che per questo suo primo film da regista svolge il compitino senza un guizzo né un sussulto.
Come sempre in questo tipo di commedie, una grande parte la fanno i comprimari – che, a volte, salvano un film dal totale disastro. Non fa eccezione …e alla fine arriva Polly, accoppiando un Alec Baldwin che interpreta il capo viscidino del nostro eroe, ad un camaleontico Philip Seymour Hoffman, l’amico fidato, che interpreta un attore che si crede grande per aver interpretato un solo ruolo di successo, arrogante, egocentrico, pieno di sé; quando entra in scena lui il livello di divertimento si alza a dismisura – vedere per credere le sue esclamazioni mentre gioca a basket!
Alla fine il film funziona, pur calcando troppo la mano sui bassi istinti corporei per strappare un sorriso in più, e anche se a volte si ha l’impressione che più di un film si stia assistendo ad una serie di gag appiccicate le une alle altre per raggiungere la lunghezza necessaria, bisogna ammettere che il film diverte e compie il suo dovere di commedia romantica, facendo sognare lo spettatore di incontrare, prima o poi, una Polly svampita e deliziosa che ti stravolge la vita.