Recensione di Povere creature!, la forza destabilizzante del sesso nel film più divertente di Yorgos Lanthimos
Recensione di Povere creature!, la forza destabilizzante del sesso e della ricerca del piacere nel film più divertente di
Non so se Povere creature! è il film più bello di Yorgos Lanthimos, regista dal talento straordinario.
Sicuramente è il film più divertente.
Si ride, tanto e di pancia. Niente risate a denti stretti, black humor o sbuffi acidi post sarcasmo.
Nella prima parte del film l’umorismo è molto fisico, quasi chapliniano, ormai così raro e inconsueto. Poi, accompagnando la crescita di Bella, diventa un umorismo più legato alla parola, che scardina facilmente le convenzioni sociali, come farebbero le frasi di un bambino catapultato in un contesto (e in un corpo) adulto.
Ma il film non funziona solo come commedia, perché anche tutti gli elementi presenti sono completamente a fuoco.
C’è il percorso di emancipazione, emotiva e sessuale, della protagonista che può rimandare all’attualità e al tema del controllo del corpo femminile. C’è una furia iconoclasta verso l’ipocrisia del mondo borghese.
Ci sono attori in stato di grazia (Emma Stone soprattutto, ma Mark Ruffalo e Willem Dafoe non sono da meno).
C’è un mondo fantasy totalmente immersivo, una Europa alternativa, vittoriana, gotica e steampunk, un Moulin Rouge se fosse stato diretto da Tim Burton e Terry Gilliam.
C’è una fotografia cangiante, che passa dal bianco e nero di Londra, ai colori teatrali del viaggio in Europa che possono ricordare film come Scarpette Rosse o il più recente La La Land.
Un capolavoro quindi? Per me si, a voi il piacere della scoperta al cinema.
Frankenstein in chiave femminista
Povere creature! è l’adattamento dell’omonimo romanzo di Alasdair Gray, rilettura del Frankenstein di Mary Shelley in chiave moderna, femminista ma non woke.
La trama prende il là dal suicidio di donna incinta, che viene riportata in vita dall’eccentrico dottor Godwin Baxter trapiantandole il cervello del feto che portava in grembo. Godwin le darà il nome di Bella. Accanto a lui Max McCandles, suo allievo, chiamato a monitorare gli sviluppi del suo esperimento più importante (altri esperimenti girano indisturbati per casa, strani esseri composti da parti di più animali).
Bella è letteralmente una bambina in un corpo da adulta, incerta sulle gambe, con poco lessico e un super io ancora da formare. La sua crescita stregherà Max che, con la benedizione di Godwin, diventerà il suo promesso sposo. Ma contemporaneamente Bella scopre la masturbazione e l’orgasmo. Duncan Wedderburn, avvocato chiamato da Godwin per stipulare l’atto di matrimonio ne approfitta e, conosciuta Bella le chiede di partire con lui per un viaggio in Europa.
Bella accetta, bramosa di vita e di sesso com’è. All’inizio il latin lover Duncan riesce a soddisfare la curiosità di Bella grazie alla sua conoscenza del sesso e della bella società.
Ma ben presto non riesce a stare dietro all’esuberanza e all’anticonformismo di Bella e si trasforma in un uomo geloso e possessivo. Nel frattempo, in questo viaggio di formazione, Bella conosce persone più vicine al suo sentire, come la bizzarra Martha e il cinico Harry, che le farà conoscere la sofferenza e la povertà.
La forza destabilizzante del sesso
Il film, nonostante i toni quasi fiabeschi – Bella affronta il viaggio con fare gentile e naive – ribadisce più volte la forza destabilizzante del sesso e della ricerca del piacere.
Bella non viene piegata dalle regole civili, ma trova un suo modo di affrontare le avversità della vita. I suoi modi ci conquistano e quindi accettiamo la sua peculiare morale. E’ un racconto di formazione, ma non solo lei viene cambiata. Duncan manifesterà la sua vera natura, mentre Godwin abbandonerà la fredda razionalità, il suo essere mostro, anche fisicamente (ha delle cicatrici in tutto il volto, ricordo degli esperimenti del padre, anch’esso dottore) e capirà di essere capace di empatia nei confronti di Bella.
Un Lanthimos inedito quindi, mai così vivace e divertente. La critica si è già espressa con la vittoria del Leone d’oro all’80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. e il bis ai recenti Golden Globe (miglior film commedia o musicale e migliore attrice in un film commedia o musicale per Emma Stone).
Attendiamo ora il responso del pubblico. Con le dita incrociate.