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Recensione di “Uglies” disponibile su Netflix: dal romanzo di Scott Westerfeld una riflessione sui temi della bellezza e del conformismo

Recensione di "Uglies" disponibile su Netflix: dal romanzo di Scott Westerfeld una riflessione sui temi della bellezza e del

Recensione di “Uglies” disponibile su Netflix: dal romanzo di Scott Westerfeld una riflessione sui temi della bellezza e del conformismo

Uglies“, disponibile su Netflix a partire dal 13 settembre 2024, rappresenta un nuovo tentativo di portare sullo schermo una delle saghe più amate della narrativa young adult. Diretto da McG e interpretato da Joey King, il film è un adattamento del primo libro della serie distopica di Scott Westerfeld, pubblicata per la prima volta nel 2005. Nonostante il materiale di partenza offra una base intrigante e ricca di riflessioni sociali, il risultato finale appare deludente e fin troppo superficiale.

Il romanzo e il suo impatto

Uglies” è ambientato in un futuro distopico in cui, al compimento dei sedici anni, ogni individuo deve sottoporsi a un intervento chirurgico che lo rende conforme agli standard estetici di bellezza stabiliti dalla società. Questo processo è considerato una sorta di rito di passaggio, e chi rifiuta di sottoporsi all’operazione viene emarginato come “brutto”. La protagonista, Tally Youngblood, si trova a lottare tra il desiderio di conformarsi e la scoperta di una resistenza che si oppone a questa trasformazione.

La saga di Westerfeld ha avuto un forte impatto, specialmente tra i giovani lettori, grazie ai suoi temi universali come la lotta per l’identità, la critica al conformismo e la riflessione sul controllo sociale. La serie, composta da quattro libri, ha venduto milioni di copie in tutto il mondo ed è diventata un punto di riferimento nel panorama della narrativa distopica per giovani adulti​.

Il film riprende fedelmente la trama del libro, almeno nelle sue linee principali. Seguiamo Tally (Joey King) mentre si avvicina al giorno della sua operazione per diventare una “Pretty”. Tuttavia, l’incontro con una giovane ribelle di nome Shay (Brianne Tju) la porta a scoprire un mondo sotterraneo di resistenza, chiamato “The Smoke”. Questo gruppo rifiuta l’operazione e vive nelle terre selvagge, lontano dal controllo della città. Tally viene costretta a collaborare con il governo per spiare i ribelli, ma la sua esperienza tra di loro la porterà a mettere in dubbio tutto ciò che ha sempre creduto.

Nonostante la premessa accattivante, il film soffre di una sceneggiatura che non riesce a sviluppare appieno i temi del romanzo. La critica alla società ossessionata dalla bellezza viene solo accennata, e la narrazione si concentra più sugli elementi d’azione che su una reale esplorazione filosofica​.

Una critica alla società della bellezza

Uno degli aspetti più interessanti di “Uglies” è la sua metafora sulla nostra ossessione per la bellezza fisica e il conformismo. La società distopica descritta nel film (e nel libro) utilizza la chirurgia estetica come strumento di controllo sociale, riflettendo la pressione che molte persone sentono nella vita reale per adeguarsi a standard estetici irraggiungibili. Questa operazione non solo trasforma fisicamente i cittadini, ma serve anche a mantenere l’ordine sociale, eliminando differenze e potenziali conflitti.

Il tema della bellezza come potere e controllo è centrale, e il film avrebbe potuto essere un potente strumento di riflessione su come la società moderna giudichi le persone in base all’aspetto esteriore. Tuttavia, questa critica viene attenuata nel passaggio dal romanzo allo schermo.

Troppi punti deboli

Uno dei principali difetti del film è la sua superficialità nel trattare i temi principali. La trama si concentra troppo sugli aspetti d’azione e meno sulle implicazioni filosofiche e sociali. Gli effetti visivi, inoltre, risultano mediocri: le scene di skateboard volanti, ad esempio, sembrano appartenere a un videogioco di media qualità e raramente risultano coinvolgenti. L’aspetto visivo del film non raggiunge mai picchi di originalità, riciclando cose viste in altri film.​

Le ambientazioni mancano di carattere, rendendo l’intero mondo distopico visivamente poco memorabile. Anche la caratterizzazione dei personaggi appare debole, con protagonisti che non mostrano una vera evoluzione emotiva.

L’unico punto di forza: Joey King

Nonostante i limiti della sceneggiatura, Joey King offre una performance convincente. Già nota per ruoli di successo in film come “The Kissing Booth e la serie premiata “The Act, King dimostra ancora una volta la sua capacità di interpretare personaggi complessi e tormentati. Il suo ritratto di Tally riesce a trasmettere l’angoscia di una giovane donna divisa tra il desiderio di appartenere e la ricerca della verità​.

Ugliesè un film che non annoia e offre spunti di riflessione interessanti, ma potrebbe deludere chi cerca una riflessione più profonda sui temi della bellezza e del controllo sociale.

About Author

Giovanni Lembo

Giornalista, sceneggiatore, speaker, podcaster, raccontastorie, papà imperfetto. Direttore di Sitopreferito.it e fondatore del Preferito Network. Conduce Preferito Cinema Show su Radio Kaos Italy tutti i martedì alle ore 15, e il podcast L'Edicola del Boomer sulle principali piattaforme. Gli piacciono i social, i fumetti, le belle storie, scrivere di notte con la musica nelle orecchie, vedere un sacco di film e sognare ad occhi aperti.

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