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In sala “PIIGS – Ovvero come imparai a preoccuparmi e a combattere l’austerity”

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In sala “PIIGS – Ovvero come imparai a preoccuparmi e a combattere l’austerity”

In sala “PIIGS – Ovvero come imparai a preoccuparmi e a combattere l’austerity”

E’ uscito nelle sale il 27 aprile distribuito da Fil Rouge Media, ‘PIIGS – Ovvero come imparai a preoccuparmi e a combattere l’austerity, documentario ideato, scritto e diretto da Adriano Cutraro, Federico Greco e Mirko Melchiorre. PIIGS è un film a metà strada tra Inside Job (documentario del 2010 sulla crisi finanziaria USA) e le storie proletarie di Ken Loach. Narrato da Claudio Santamaria e con interviste – tra gli altri – a Noam Chomsky, Yanis Varoufakis ed Erri De Luca, è un viaggio affascinante e rivoluzionario nel cuore della tragica crisi economica europea. Realizzato dai tre filmmaker dopo cinque anni di ricerche e due di riprese, PIIGS è un’immersione senza precedenti e senza censure nei dogmi dell’austerity.

Il documentario racconta anche le dirette conseguenze dell’austerity a Roma, concentrandosi sulla storia della sopravvivenza di una Cooperativa sociale che assiste disabili e persone svantaggiate. Dintorni di Roma, oggi. Claudia sta provando a salvare la Cooperativa “Il Pungiglione” di Monterotondo dal fallimento. “Il Pungiglione” ha un credito di un milione di euro dal comune e dalla regione e rischia di chiudere per sempre: 100 dipendenti perderanno il lavoro e 150 disabili rimarranno senza assistenza. È una bomba sociale a orologeria. È vero che nell’Eurozona non c’è alternativa all’austerity, al Fiscal Compact, al pareggio di bilancio, ai tagli alla spesa sociale? Al fallimento del “Pungiglione”?

“E se in un unico documentario alcuni tra gli intellettuali più prestigiosi del mondo sostenessero che le politiche di austerità dell’Unione Europea ci stanno portando sull’orlo del baratro economico invece che salvarci dalla crisi?  – si legge nella note di regia – E se quello stesso documentario vi dimostrasse che le regole dei trattati europei sul deficit, il debito e l’inflazione sono frutto di banali errori di calcolo? E se vi venisse svelato come queste politiche influiscono direttamente sulla vita di ognuno di noi aumentando disoccupazione, povertà e diseguaglianze? Ci ripetono costantemente che lo stato sociale non è più sostenibile. Intanto il malcontento popolare monta, sempre più cavalcato da partiti estremisti con conseguenti e quotidiane derive xenofobe. L’Europa sembra assistere impotente a questo pericoloso scenario, il rischio di una disgregazione è sempre meno peregrino, la Brexit ne è un clamoroso esempio. Preoccupati per questo quadro desolante e per un orizzonte tutt’altro che roseo, ci siamo chiesti cosa potesse fare il cinema. Il progetto è totalmente autofinanziato e riconoscendone il valore sociale hanno aderito gratuitamente alcuni dei più grandi intellettuali del mondo, tra cui: Noam Chomsky (filosofo e linguista, definito dal New York Times “Probabilmente il più grande intellettuale vivente”), Yanis Varoufakis (ex ministro delle finanze greco), Stephanie Kelton (economista capo del budget del senato degli Stati Uniti e consulente economico di Bernie Sanders), Warren Mosler (insider finanziario, esperto di sistemi monetari), Paul De Grauwe (London School of Economics), Erri De Luca (scrittore).

Con il loro aiuto e attraverso un’indagine durata cinque anni, il documentario sfata alcuni dei più incrollabili dogmi economici che influenzano le politiche dell’Unione Europea. Dogmi che non solo hanno impedito ai Paesi europei di risollevarsi dalla crisi peggiore degli ultimi cento anni, ma che addirittura… la aggravano. In Italia per esempio, uno dei cinque Paesi chiamati con disprezzo PIIGS (cioè maiali) dalla stampa nordeuropea l’Istat rileva che nel 2016 è stato raggiunto il record della povertà assoluta: 4 milioni e seicentomila persone; secondo il Censis 11 milioni di cittadini nel 2016 hanno rinunciato alle cure sanitarie; nel 2015 è stato raggiunto un tasso di disoccupazione giovanile del 44,2% (Reuters).

Fu l’Economist¸ una delle riviste più lette e prestigiose del mondo, a coniare nel 2008 l’acronimo dispregiativo PIIGS per Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna, indicandoli come Paesi brutti e cattivi in crisi a causa dei loro problemi strutturali e, addirittura, antropologici. Come esempio emblematico e universale, “PIIGS” ha seguito per due anni le vicende di una Cooperativa sociale di Monterotondo che, a causa dei tagli alla spesa sociale, sta per chiudere mandando a casa 100 lavoratori e lasciando senza assistenza 150 ragazzi disabili. “Il mondo delle cooperative sociali è stato infangato dallo scandalo di Mafia Capitale e oggi coop come la nostra sono in crisi  totale, rischiamo di chiudere sommersi da tasse e ritardi nei pagamenti delle pubbliche amministrazioni. Il prossimo step sarà recapitare la stessa lettera a Renzi, per vedere se, in un periodo in cui sta riformando il settore, avrà la stessa sensibilità del Boss”. Lo ha dichiarato Salvatore Costantino, il presidente della coop cui Bruce Springsteen ha dedicato “The Ghost of Tom Joad” durante il concerto di luglio a Roma. “È una canzone che ci rappresenta e che descrive bene le fatiche della gente povera – hanno scritto a Springsteen, in una lettera recapitata anche allo staff del rocker – perché ogni giorno lottiamo e lavoriamo per difendere la nostra libertà ed il diritto ad avere una vita dignitosa, ma questa società ha relegato la povertà umana agli ultimi posti dei suoi interessi ed il nostro lavoro è scarsamente riconosciuto e tutelato”.

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Giovanni Lembo

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