I ragazzi di Nylon, che da anni si occupano sotto ogni aspetto di omaggiare gli inglesi Depeche Mode, hanno scelto il Teatro Ambra alla Barbatella per organizzare il live dei D.M.O. e perpetrare in maniera ancora inedita il loro affetto per la band di Basildon (Londra). Gli “headliner” infatti, sono guidati dal giovane Dean Michael Oldfield, nipote di Martin Gore mente musicale della band albionica cui si aggiungono per completare la line up Alex Bourner alla batteria e Jack Hollister alla chitarra ed effetti.
Il live prende la forma di vero e proprio evento grazie all’apertura della serata affidata prima ad Andrea Tirimacco con lo spettacolo “The Soul off Depeche Mode on the piano” scritto in collaborazione con Gabriele Congiu tratto dall’omonimo libro edito dalle CG Edizioni. In esso si rivisitano attraverso i tasti d’avorio diversi brani dei Depeche scritti da Martin Gore e presenti in cd nel libro allegato. L’”Acoustic Celebration Live“ di Aged Teen a seguire propone invece in una versione totalmente acustica e maggiormente intima ed affascinante brani sempre dei DM interpretati appunto solo per voce e chitarra dal giovane autore campano.
E così verso le 21.45 Andrea Tirimacco seduto al pianoforte ci invita a entrare nel suo live denso d’atmosfera soffusa e a tratti spirituale. I brani proposti, infatti, spogli degli arrangiamenti che hanno reso la band inglese punto di riferimento dell’electro-pop negli ultimi trent’anni, mutano e sin dall’iniziale “Somebody” questa intimità diviene parte integrante del set. Seguita da “Shake the disease” sino ad arrivare a una splendida versione di “Walking in my shoes” quest’ultima sussurrata dal pubblico in modo ossequioso, porta sino all’abbraccio rispettoso nei confronti della preghiera dettata dalle liriche di “Sister of night”. Durante la performance di Andrea interviene Aged Teen ad anticipare il suo set con il quale, memore di passate collaborazioni con Tirimacco, supporta con maestria lo show sino ad arrivare a una splendida versione, enfatizzandone il lato gospel del brano “Condemnation” che chiude il set del giovane pianista. Risale Aged Teen con la sua acustica. Set ammaliante nelle reinterpretazioni dei brani dei DM con la 6 corde anche per l’utilizzo caldo della voce.
Dopo pochi minuti il logo D.M.O. illumina i tendaggi ancora chiusi del teatro. Pochi secondi e il palco ci si presenta con il backline della band in bella vista. I ragazzi inglesi hanno un pregio che pochi gruppi della loro esperienza ed età hanno: l’umiltà e un’oculata capacità compositiva! I loro brani sono strutturalmente molto semplici e pur non offrendo dinamiche eccessive rispetto a quanto hanno bisogno hanno nel loro interno comunque diversi ingredienti che li rendono particolarmente appetibili a un pubblico figlio degli anni 80 e della migliore dark wave uscita dall’isola britannica. Alex alla batteria gestisce le intro delle canzoni in scaletta tramite il pc e tiene il tempo con maestria ed estrema attenzione. Jack alla chitarra riesce a dosare con arguzia gli effetti della sua pedaliera utilizzandoli nel modo migliore e nel momento più consono per dare ai brani diversi colori pur dimostrando di essere in grado tecnicamente di azzardare molto di più. Questo può solo far bene sperare per l’evoluzione musicale dei giovani ragazzi. Dean deve aver preso lezioni non solo dall’illustre zio ma anche dalla band madre nella sua interezza, sia per quanto riguarda la voce che per il modo di stare sul palco. All’inizio la sua staticità sembra inevitabilmente dettata dallo studio dei suoni sullo stesso e poi, rassicuratosi, rinasce come frontman pronto prima a scherzare con i membri della band durante i brani e poi con il pubblico il quale, essendo comunque in un teatro, è invitato ad alzarsi per divenire un tutt’uno con lo show. E così si susseguono le emozioni senza interruzioni di sorta. Il sound s’impreziosisce nel finale anche di piccole divagazioni rock di stampo quasi beatlesiano insieme a spruzzi di psichedelica sempre intelligentemente dosata. E tra gli applausi la serata si conclude.
Una serata davvero speciale, frutto della fatica dei ragazzi di Nylon e dei tanti appassionati che gravitano intorno al mondo dei Depeche Mode in Italia. La presenza della sorella di Martin Gore e del cognato, simpaticissimi e disponibili con tutti, ha rilevato come l’enorme mole di organizzazione per un evento del genere abbia portato livelli di professionalità e competenza sempre più rari a Roma, merito di questi ragazzi.