La necropoli di S. Giuliano
Segui Email Viaggiare La necropoli di S. Giuliano, situata nel comune di Barbarano Romano (vt) è ricompresa nell’area del
Viaggiare La necropoli di S. Giuliano, situata nel comune di Barbarano Romano (vt) è ricompresa nell’area del parco regionale Marturanum. Tutta la necropoli comprende centinaia di tombe etrusche che vanno dal 600 al 300 a.c. Arrivati a Barbarano dalla Via Cassia o dalla Via Braccianese, si gira a destra appena prima di entrare in paese, in direzione Vetralla, si fanno neanche due chilometri e su la sinistra si vede un cartello piuttosto grande di illustrazione della necropoli. Qui si puo’ lasciare l’auto e inoltrarsi sul sentiero che inizia proprio dove si trova il cartello. Subito si arriva alla tomba Cima, una tomba a tumulo che comprende nel suo perimetro diverse tombe a camera. Si prosegue il sentiero in discesa in mezzo a decine di tombe scavate nel tufo , si supera senza difficolta’ un piccolo corso d’acqua e si arriva ad una radura con un altro cartello illustratore, posto sotto la fortificazione in muratura della antica rocca ben visibile dal cartello. Prendendo il sentiero a sinistra dal cartello, si arriva sul pianoro di S. Giuliano dove e’ presente la chiesa romanica omonima con all’interno affreschi del IVX sec. In origine era a tre navate oggi ne rimangono due e comunque anche se rimaneggiata e ricostruita piu’ volte, conserva tutto sommato un fascino suggestivo a cui contribuisce il grande prato intorno su cui la chiesa sembra poggiarsi. La sorpresa maggiore pero’, si trova sotto il prato a poche decine di metri dalla chiesa: scendendo un cunicolo scavato nel terreno si arriva a quello che e’ chiamato il “bagno romano” ed e’ una vasca termale interamente scavata nel tufo, con uno stupendo affaccio mozzafiato a strapiombo sulla vallata sottostante. Per approfondimenti digitare su internet “marturanum” e per una cartografia anche sommaria dei luoghi recarsi al centro visite del parco (tel. 0761.414324) situato subito all’inizio del paese di Barbarano Romano. Servizio e foto: Stefano Amadori